mercoledì 30 dicembre 2015

Lettera

Questo è il link ad una lettera di Sauro, pubblicata su "La Nazione", nella cronaca di Prato.

Di seguto trascriviamo il testo completo.

Quando, un mese fa oggi, il Papa entrò nel Duomo di Prato il mio cuore prese a battere più forte. Dopo le prime strette di mano ad alcune persone, fra cui l' Emerito Vescovo Gastone Simoni, Francesco raggiunse noi "cosiddetti malati". Non ho mai capito "malati" in che cosa?
Il primo a stringergli la mano è stato il mio amico, e poi io.
Porgendogli la mano gli dissi: "Benvenuto", lui mi strinse con tutte e due le mani, con forza, la mia e ha detto "Grazie" col suo bel sorriso sulle labbra.

Mentre continuava a salutare gli altri "malati" (di che?) sono scoppiato a piangere per l'emozione e, soprattutto, per due care persone che avrei voluto fossero lì con me a provare questa grande gioia.
Anche quando salutava i vari sacerdoti della diocesi un po' mi sono commosso, perché tra loro c'erano amici e pensavo che anche loro provavano gli stessi miei sentimenti.
Poi è venuto davanti a noi nella Cappella della Sacra Cintola a venerarla e chiudendo gli occhi ho pregato per lui la Madonna.
Poi dal Pulpito di Donatello ha ricordato la disgrazia dei sette cinesi morti nell'incendio del 1 dicembre 2013: anche in quel momento ho pianto.
Mentre usciva dalla Cattedrale, dopo aver salutato tutte le autorità istituzionali, al grande richiamo dei ragazzi che erano con noi "malati", si è voltato verso me e il mio amico salutandoci, sempre sorridendo.

Io c'ero anche il 19 marzo 1986 quando salutai con la mano Papa Giovanni Paolo II in S. Domenico.
E l'ho salutato altre cinque volte durante il suo pontifica. Compreso il 12 settembre 2001 giorno dopo le torri gemelle. Era tristissimo e sofferente per quella sciagura e lo vidi chiaramente quando mi strinse la mano e nella foto che ci fecero i fotografi romani.

Con l'avvicinarsi dell'evento "Francesco a Prato" aumentava sempre più in me la consapevolezza della Grazia/e che questa visita, anche se brevissima, avrebbe portato nella città di Prato.
Quindi tutti noi pratesi, me compreso, facciamo sì che la visita del Papa portando in città tanta gioia, felicità, emozioni forti, ci renda consapevoli di migliorarci nel lavoro, nell'integrazione, nell'aiuto reciproco, nell'abbattimento delle barriere mentali, culturali, architettoniche.

Un ringraziamento particolare al Vescovo Franco Agostinelli e al Vicario Nedo Mannucci che ci hanno permesso di avere questa esperienza personale unica nel Duomo con Papa Francesco.

Sauro Lascialfari
Presidente Associazione 
Rotelle Attive